Tasse sull’affitto: a quanto ammontano? Quando si può fare la cedolare secca

Tasse sull’affitto e cedolare secca, quali sono tutti i punti in essere e a quanto ammontano le spese vive? Ecco tutto quello che bisogna sapere.

Tasse sull’affitto – cosa sono e importi

Nel momento in cui si decide di mettere una casa in affitto è necessario ricordarsi che ci sono due imposte ovvero:

  • Diretta sui redditi che vengono percepiti
  • Indiretta sulla proprietà dell’immobile

La prima è quella che verrà spiegata in questo articolo e riguarda proprio la tassa sull’affitto. Il fisco infatti offre due possibilità al padrone di casa ovvero la ordinaria oppure la cedolare secca.

Nel primo caso si sommato i redditi percepiti dal contribuente che poi vengono riportati sulla dichiarazione dei redditi. A questo totale si deve aggiunger l’aliquota Irpef. Queste ultime vengono calcolate a scaglioni, ovvero più è alto il proprio reddito e più sono maggiori le imposte che devono essere pagate con un minimo del 23% sino ad un massimo del 43%.

A questo si aggiunge l’imposta del registro del 2% sul canone annuo e l’imposta di bollo pari a 16 euro ogni 4 facciate che sono scritte sul contratto – o comunque ogni 100 righe.

È bene evidenziare che nella maggior parte dei casi la tassazione ordinaria risulta essere la più costosa se si possiedono altri redditi, mentre è conveniente se questa diventa l’unica entrata.

Cedolare secca – Che cos’è e quando si fa

La cedolare secca è un regime considerato facoltativo con il pagamento di una imposta sostituta all’Irpef e tutte le addizionali. Non solo, infatti per alcuni contratti in cedolare secca non si andranno a pagare le imposte di cui sopra, come quella del registro e imposta di bollo che sono doverose in caso di registrazione e proroghe del contratto stesso di locazione.

Perché scegliere questa opzione? Questa soluzione comporta anche la rinuncia alla facoltà di chiedere un aggiornamento nell’importo del canone di locazione – anche se all’interno del contratto –, aggiornamento Istat o altre maggiorazioni che vengono calcolate durante l’anno.

Viene scelta da persone fisiche che sono dirette titolari o si occupano dell’usufrutto. Per immobile si intendono quelli che fanno parte delle categorie catastali da A1 sino ad A11 con esclusione dell’A10 per uffici e studi privati. Gli immobili sono quindi ad uso abitativo con contratto che intercorre tra le parti.

I locatori che sono contitolari dovranno versare l’imposta di registro che viene calcolata all’interno del contratto di locazione e versata come imposta di bollo.

Questa opzione ha una durata per tutta la durata del contratto oppure della sua proroga e nel caso in cui l’opzione vada avanti per le annualità successive. Una revoca eventuale dovrà essere fatta entro 30 giorni dalla scadenza dell’annualità precedente e il locatore stesso potrà revocare l’opzione quando desidera.

L’imposta viene calcolando applicando il 21% sul canone di locazione che è stato proposto e accettato da entrambe le parti.