Le borse stanno andando in bolla?

bolla speculazioneIn un mondo normale la finanza dovrebbe essere l’espressione dell’economia reale: se un paese o un’azienda sono floridi il loro valore (finanziario) aumenterà nel tempo. Oggi invece assistiamo ad una cosa profondamente strana. Da un lato i listini continuano a segnare rialzi, dall’altra l’economia reale fa davvero fatica con la disoccupazione che è diventata, un po ovunque, il flagello del nuovo millennio.

A questo punto viene da domandarsi se l’economia non stia andando in bolla, o meglio se non ci stiano andando le borse. Secondo alcuni economisti, infatti, c’è un divario troppo forte tra valori borsistici ed economia reale.

Il rischio è che lo scoppio di una bolla possa provocare un’onda d’urto paragonabile a quella del 2008. Solo che in questa occasione le economie sarebbero ancora meno forti che in passato e gli effetti potrebbero essere davvero devastanti.

Secondo gli analisti di Goldman Sachs i tassi negativi “falsano” questo meccanismo di valutazione secondo cui i paesi con Tripla A venivano presi come esempio con il pericolo che si producano valutazioni distorte e aumentando la possibilità di correzioni “shock”.

Non a caso in questo periodo stiamo assistendo ad un generalizzato calo dei rendimenti dei bond dei principali paesi europei ma solo per effetto del quantitative easing voluto da Draghi. Questo non fa altro che falsare il mercato creando distorsioni  davvero complesse.

Quello che è certo è che al momento la finanza diventa ogni giorno sempre più speculativa, sempre meno espressione dell’economia reale e questo, potremmo arrivare a pagarlo con un prezzo davvero molto caro.

Ovviamente molto dipenderà anche da come si useranno questi strumenti e da quanto sarà indolore uscirne. Per il momento tocca alla Fed che è chiamata, quest’anno, ad aumentare i tassi di interesse. Vedremo che prezzo ci toccherà pagare e, soprattutto, se davvero ci riuscirà.

Chi fa trading online, quindi, farebbe bene a valutare con attenzione questo importante aspetto per evitare di ritrovarsi spiazzato nel momento in cui i mercati si riallineranno con l’economia reale.

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