Trading online: occhi puntati sulle criptovalute, ma quali broker per investire?

Nelle ultime settimane il settore delle criptovalute sta tornando a stuzzicare l’interesse degli investitori e non solo per le performance registrate oltremodo ragguardevoli, ma soprattutto per le forti oscillazioni di prezzo che stanno regolando anche all’interno della stessa seduta di contrattazione importanti spunti operativi. Il Bitcoin, la crypto più importante e capitalizzata in assoluto, durante la prima parte di Luglio è riuscito a costruire una base di accumulo -al di sopra dei top assoluti, relativi al precedente ciclo bullish del 2017- che ha innescato un violento rally rialzista. Naturalmente, al momento, non si può che catalogare il movimento come trend secondario, ma se le quotazioni riuscissero a recuperare l’area strategica compresa tra i 28000 e i 30000 dollari, la struttura dei prezzi di medio periodo assumerebbe una conformazione decisamente favorevole anche per gli holders.

Criptovalute: strategie di investimento e intermediari finanziari

È chiaro che in una fase talmente complessa bisogna approcciare il settore degli asset digitali con estrema cautela. Ora più che mai, infatti, la selezione dei migliori broker per il trading in criptovalute dovrebbe passare per un’attenta valutazione del tipo di strategia che si intende implementare, in quanto, in base alla stessa, i servizi erogati da un determinato intermediario finanziario possono risultare più o meno adatti alle esigenze personali. Ormai persino i mercati regolamentati si sono aperti al settore, consentendo di trattare i token più importanti attraverso vari strumenti finanziari; tuttavia i circuiti over the counter rimangono ancora i più convenienti per chi è intenzionato ad investire in criptovalute con capitali irrisori e senza esser gravati da costi commissionali particolarmente elevati.

I broker online e i crypto exchange rispecchiano pienamente le caratteristiche appena descritte: offrono piattaforme di trading estremamente evolute dal punto di vista tecnologico e non richiedono somme rilevanti, per iniziare ad operare sui mercati di riferimento; inoltre la procedura di sottoscrizione del rapporto si può eseguire interamente da remoto, inserendo fornendo i propri dati personali e la documentazione comprovante identità e residenza. I broker online mettono a disposizione dei propri utenti persino degli account dimostrativi alimentati con denaro virtuale, per testare le strategie di investimento prima di allocare i risparmi. Ovviamente i soggetti operanti sulle piazze di scambio decentralizzate, oltre a questi punti di contatto, hanno molteplici differenze sia da un punto di vista normativo sia da un punto di vista tecnico.

Investire in criptovalute sui mercati decentralizzati

L’elemento distintivo più importante riguarda il fatto che, ad oggi, i broker online per erogare i servizi di intermediazione in determinate aree geografiche devono essere in possesso delle licenze rilasciate dalle Autorità di Vigilanza di riferimento, mentre per gli exchange non non è previsto ancora alcuna regolamentazione. Sotto l’aspetto operativo ciascun soggetto propone una specifica modalità di accesso al mercato degli asset digitali: i broker online offrono la negoziazione dei Contratti per Differenza, che replicano il prezzo di un token e implementano le funzionalità di short selling e di leva finanziaria; gli exchange permettono di convertire valuta fiat direttamente in valuta virtuale, potendo investire esclusivamente con target rialzisti e senza leverage.

È palese quindi che chi è più interessato a speculare sull’alta volatilità delle criptovalute con strategie di breve termine preferirà i servizi dei broker online; al contrario chi alloca le proprie risorse con orizzonti temporali di lungo periodo preferirà i servizi degli exchange. Oltre a questi aspetti dell’operatività, un risparmiatore deve però tener conto di altri elementi: ad esempio le modalità per effettuare le disposizioni in entrata ed uscita dall’account di trading ed i relativi costi o ancora il customer care dell’intermediario, che dovrebbe garantire ragionevolmente non solo un’attività di assistenza continuativa in concomitanza degli orari in cui i vari strumenti finanziari sono in contrattazione, ma anche un adeguato supporto multilingua.