Nuovo codice della crisi d’impresa: che cos’è?

Il nuovo codice della crisi d’Impresa è uno strumento messo a punto dal legislatore che consente alle imprese di anticipare lo stato di crisi, evitandone un progressivo aggravamento. A cosa serve, nello specifico e cos’è più nel dettaglio? Vediamo attentamente tutto ciò che riguarda questo nuovo codice sulla gestione.

Cos’è il nuovo codice della crisi d’impresa

Questo nuovo codice, come dice il nome stesso, nasce proprio per far fronte alla crisi d’impresa, ovvero allo stato che rende probabile l’insolvenza del debitore e che, per le imprese, si manifesta come inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte regolarmente alle obbligazioni nei successivi 12 mesi. Il codice è entrato in vigore il 15 luglio 2022. Con questo sistema diventa ancor più centrale per l’impresa il ruolo di strumenti di programmazione quali il piano industriale e il budget. Altra novità del nuovo Codice è l’impossibilità da parte dei creditori nei cui confronti operano le misure protettive di rifiutare unilateralmente l’adempimento dei contratti pendenti o provocarne la risoluzione. Le principali novità di questo codice sono:

  • Introduzione della composizione negoziata: il sistema d’allerta lascia spazio alla composizione negoziata, che rende più facile rilevare tempestivamente lo stato di crisi e intervenire;
  • Organizzazione e prevenzione: le aziende devono essere abbastanza organizzate da poter prevedere eminenti crisi, in modo tale da fronteggiarle prontamente;
  • Concordato semplificato: soluzione di natura liquidatoria, da adottare come via d’uscita da quelle situazioni in cui le procedure attuate dall’imprenditore non abbiano dato esiti di tipo negoziale e da attuarsi entro sessanta giorni dalla ricezione della relazione finale prodotta dall’esperto indipendente;
  • Accesso alla composizione negoziata: gli intermediari finanziari sono invitati a partecipare attivamente alle trattative, per far sì che la figura dell’imprenditore che voglia accedere alla composizione negoziata della crisi venga tutelata.

Combattere il sovraindebitamento con il nuovo codice della crisi d’impresa

Secondo il nuovo codice:

  • L’impresa viene dotata di strumenti necessari a rilevare in modo precoce lo stato di crisi;
  • Si rafforzano i sistemi di controllo interno predisposti a identificare le difficoltà economico-finanziarie come debiti per retribuzioni non versate, debiti verso fornitori, esposizioni verso banche e/o altri intermediari finanziari;
  • I creditori pubblici e le banche hanno obblighi di segnalazione in presenza di “segnali di allarme”;
  • Il termine “fallimento” viene sostituito con “liquidazione giudiziale”;
  • Si estendono gli “strumenti di regolazione della crisi e dell’insolvenza”, aggiungendo anche la convenzione moratoria, il piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione, i piani di risanamento, gli accordi di ristrutturazione dei debiti e i concordati preventivi;
  • L’applicazione non viene limitata alla singola impresa, ma eventualmente estesa anche al “gruppo”, inteso come insieme di società che fanno capo ad un medesimo soggetto.

Per uscire da questa situazione di debiti, ci sono alcune opzioni, come il piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore. Questa procedura è usufruibile solo per il consumatore che non sia stato già esdebitato nei cinque anni precedenti la presentazione della domanda, che non abbia già beneficiato dell’esdebitazione per due volte e che non abbia causato la situazione di sovraindebitamento con colpa grave, malafede o frode. Il vantaggio principale di questa soluzione è dato dal fatto che il debitore può liberarsi dai debiti, pagando soltanto una parte delle somme effettivamente dovute, da quantificarsi secondo quanto il debitore può pagare. Chiaramente, va sempre tutelata una parte del reddito per garantirgli una vita quantomeno dignitosa. Così facendo, pagherai i tuoi debiti e sarai libero.

Tuttavia, ci sono anche altre procedure a cui ricorrere per uscire dal sovraindebitamento, come la liquidazione controllata dei beni, il concordato minore, esdebitazione del debitore incapiente e le procedure familiari. Queste ultime permettono ai membri della stessa famiglia di presentare un unico progetto di risoluzione della crisi da sovraindebitamento, quando sono conviventi o quando il sovraindebitamento ha un’origine comune. Per la esdebitazione del debitore incapiente, invece, chi ne usufruisce può farlo solo per una volta e il pagamento dei debiti deve avvenire entro quattro anni dal decreto di Giudice di esdebitazione. Per concordato minore si intende una procedura riservata all’imprenditore minore, all’imprenditore agricolo, al professionista e alle start up. Nel caso in cui non dovesse risultare praticabile la scelta del concordato minore e della ristrutturazione dei debiti del consumatore, tutti i debitori in stato di sovraindebitamento possono far ricorso all’apertura di una procedura di liquidazione controllata dei loro beni mobili e immobili.