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Export: aiuti e strumenti disponibili oggi per le aziende che vanno all’estero

Il contesto internazionale, reso instabile dai conflitti e da politiche come quella americana sui dazi, richiede particolare strategia alle aziende che oggi operano – o intendono farlo – su scala globale. In paesi come l’Italia, in cui l’export rappresenta da sempre una voce fondamentale per le entrate e il PIL, una politica che incentivi l’internazionalizzazione potrebbe essere di grosso aiuto allo sforzo imprenditoriale: la buona notizia è che di strumenti – finanziari e non solo – a favore delle imprese italiane che fanno export ce ne sono, anche se spesso non sono conosciuti come dovrebbero.

Un Piano d’azione per sostenere le imprese italiane alle prese con l’export

È di marzo scorso, per esempio, il Piano d’azione per l’accelerazione dell’export sui mercati extra-UE ad alto potenziale voluto dal Ministero dell’estero per sostenere e aumentare la competitività delle imprese italiane che esportano al di fuori dell’Unione Europea, in paesi come i paesi emergenti e in settori commerciali come quello alimentare o del commercio digitale particolarmente strategici per lo sviluppo economico nazionale. Il Piano si articola in una serie di iniziative che hanno come obiettivo instaurare un dialogo tra istituzioni, aziende, operatori locali e le rispettive controparti straniere. Prendendo in considerazione il settore della grande distribuzione organizzata, per esempio, grazie al Piano verranno perfezionati accordi che assicurano alle etichette italiane della GDO maggiore facilità d’ingresso nelle catene distributive estere. Accordi simili, stipulati con le piattaforme digitali, assicureranno alle aziende italiane che vedono online maggiori opportunità e competitività.

Dalla finanza agevolata ai programmi di factoring: così il SACE aiuta le aziende italiane nell’internazionalizzazione

Nel Piano non mancano strumenti di finanza agevolata, plafond e garanzie pubbliche messe a disposizione delle aziende italiane con piani di export: la ratio sembra essere attrarre investimenti di diversa natura. È quello di cui si occupa da quasi cinquant’anni SACE, gruppo assicurativo-finanziario partecipato al 100% dal Ministero dell’economia e delle finanze. Tra gli strumenti – numerosi – per crescere e innovare anche all’estero che questa realtà mette a disposizione delle aziende italiane non ci sono solo quelli tipici della finanza agevolata o che offrono protezione dai rischi d’impresa: molte aziende che oggi operano con successo in tutto il mondo, su mercati ad alto potenziale e in settori innovativi hanno fatto affidamento ai programmi di factoring e di business matching messi a disposizione del Gruppo e che letteralmente creano connessioni tra le realtà italiane e quelle internazionali.

L’export è una voce sempre più importante nei bilanci italiani

Accompagnare le aziende italiane nel processo di internazionalizzazione non è un obiettivo da poco se si considerano i risultati che ci sono in ballo. Nel 2024, secondo dei dati ufficiali della Farnesina riportati anche da Il Sole 24 Ore, l’export è valso il 40% del prodotto interno lordo italiano: percentuale che basta a fare dell’Italia il sesto paese esportatore a livello globale. Anche se si guarda alla tipologia di merce esportata i dati sono promettenti: l’Italia è seconda a livello mondiale e prima a livello europeo per varietà di merci destinante all’export. Non c’è da stupirsi, insomma, che aumentare la competitività all’estero delle imprese italiane sia una priorità a più livelli. Tra i mercati considerati più strategici per l’export italiano ci sono quelli dei paesi arabi (il valore dell’export in Arabia Saudita ha superato lo scorso anno i sei miliardi di euro, crescendo di quasi il 28% rispetto a quello precedente) e più in generale africani.