Piccoli prestiti per lavoratori con partita iva forfettaria

Prima di erogare un finanziamento gli istituti di credito si accertano che il richiedente abbia un’adeguata capacità di rimborso: per verificare questa condizione fissano dei requisiti, ovvero l’età compresa di solito tra i 18 e i 75 anni, la residenza in Italia e la presenza di un reddito. Questo reddito deve essere provato, infatti alla richiesta bisogna allegare un documento di reddito: di solito si pensa alla busta paga o al cedolino della pensione, ma come devono fare i lavoratori con partita Iva forfettaria che hanno bisogno di piccoli prestiti?

I lavoratori con partita Iva forfettaria possono ottenere un finanziamento?

I lavoratori dipendenti possono presentare la loro busta paga insieme alla richiesta di finanziamento, mentre i pensionati hanno a disposizione il loro cedolino della pensione. È prevista la possibilità di richiedere un prestito anche per i professionisti, che devono dimostrare il loro reddito presentando la dichiarazione dei redditi. Le somme erogate dalla banca o dalla finanziaria devono essere congrue rispetto al reddito percepito dal richiedente, quindi quelli che hanno un volume di affari contenuto (come i lavoratori con partita Iva forfettaria) faticheranno ad ottenere importi elevanti e si dovranno accontentare, se la loro richiesta viene accettata, di piccoli prestiti.

Il regime forfettario è riservato agli operatori economici di ridotte dimensioni; questo sistema prevede importanti semplificazioni ai fini contabili e ai fini Iva e permette di determinare in modo forfettario il reddito che verrà assoggettato ad una sola imposta che sostituisce tutte quelle previste per il regime ordinario. Per poter accedere a questo regime bisogna rispettare dei precisi requisiti: non bisogna conseguire ricavi superiori a limiti previsti per ogni attività, non bisogna sostenere spese superiori ai 5.000 euro lordi per quanto riguarda il lavoro accessorio, il lavoro dipendente e i compensi ai collaboratori e il costo complessivo dei beni strumentali a fine esercizio non deve superare i 20.000 euro.

Piccoli prestiti e finanziamenti agevolati

La dichiarazione dei redditi dei lavoratori con partita Iva forfettaria (al netto di tasse e contributi) è di solito abbastanza esigua: per questo motivo si parla soprattutto di piccoli prestiti, visto che l’istituto di credito si basa sul rapporto tra rata e reddito per stabilire l’importo massimo che può concedere (ovviamente nulla vieta al richiedente di cercare di ottenere importi più alti presentando delle garanzie aggiuntive). Prima di inoltrare una richiesta di finanziamento (operazione che spesso può essere fatta direttamente online) è possibile sfruttare gli strumenti del web (simulatori sui siti delle finanziarie e portali comparatori) per ottenere dei preventivi e scegliere la migliore soluzione.

Con il termine piccoli prestiti di solito si indicano i finanziamenti con importi non superiori ai 5.000 euro; difficilmente i lavoratori con partita Iva forfettaria riescono ad ottenere cifre più alte, ma se c’è bisogno di somme maggiori non sarebbe una cattiva idea tenere sotto controllo i bandi relatvi a contributi a fondo perduto o a finanziamenti agevolati concessi a livello europeo, nazionale o regionale.