La tassazione nel trading online

tasse tradingSpesso si sente parlare di guadagni enormi fatti attraverso il trading online, come se tutti stessero guadagnando attraverso questo strumento tranne voi. La realtà è ben diversa. Innanzitutto si, è possibile guadagnare, ed anche molto con il trading online, ma, come in tutti i lavori, bisogna imparare e cominciare dal basso.

Prima di tutto è necessario iniziare con delle versioni demo, che permettono di fare trading con soldi virtuali, cominciando a capire come si muovono i mercati, e le reali possibilità di guadagno possibili. Poi, è necessario studiare le guide, le analisi degli esperti ed i manuali. Fatto questo è possibile iscriversi in una piattaforma online, o presso un istituto di credito, aprire un conto corrente di investimento e cominciare a fare trading sul serio.

Un aspetto fondamentale da non dimenticare, è di diversificare sempre il più possibile il proprio portafoglio, sia nel tipo di investimenti, che nel livello di rischio. Un altro consiglio è quello di fare operazioni in base al proprio livello di abilità, e lasciare perdere magari quei settori che presentano alti livelli di volatilità.

QUANTE TASSE SI PAGANO NEL TRADING ONLINE?

Un altro aspetto da tenere sempre a mente, e che pochi sanno, è il tipo di tassazione alla quale si è soggetti, per questo tipo di investimenti. Negli ultimi anni, la maggior parte delle piattaforme per il trading online, è stata soggetta a regolamentazione da parte delle autorità statali. In questi casi, molto spesso, quando facciamo investimenti sulle piattaforme, sono direttamente i broker che le gestiscono a pagare le tasse sulle proprie operazioni, trattenendo ogni volta una quota.

In questo caso non si dovrà pagare nulla, in quanto si sarà già pagato al momento dell’operazione. Nel caso che la piattaforma non aderisca a questo regime fiscale, bisognerà provvedere personalmente al pagamento delle tasse. Sarà necessario dichiarare tutte le plusvalenze, anche quelle negative nel modello unico di dichiarazione dei redditi. Nel caso di perdite, sarà possibile dedurre il 60% circa rispetto al totale, mentre per i guadagni da operazioni finanziarie si dovrà pagare un’aliquota del 26%.

Esiste poi una differenzia sostanziale, se si opera su piattaforme registrate in Italia o all’estero. Per le piattaforme registrate in Italia la situazione è quella che abbiamo appena visto. Mentre per le piattaforme registrate all’estero, sarebbe auspicabile cercare quelle che aderiscono al regime dichiarativo, esentandoci dalla dichiarazione personale.

In caso contrario, bisognerà dichiarare personalmente le plusvalenze e le minusvalenze effettuate, nella sezione dedicata alle imposte dovute per attività finanziarie detenute all’estero. Se, infatti la piattaforma è registrata all’estero, i soldi provenienti dal trading online vengono accreditati nel paese dove il broker ha registrato la piattaforma, e non in Italia. Questa è una differenza sostanziale nel momento in cui è necessario compilare il modello unico per il pagamento delle imposte.