Contratto Colf: che cosa prevede? Normativa e compensi previsti

Se hai bisogno di assumere una colf, ovvero una persona che si prenda cura della casa in ogni suo aspetto , è bene tenere conto di come funziona il contratto che regola questo tipo di mestiere.

Soprattutto, bisogna sapere che è stato firmato il 31 gennaio 2020 l’accordo tra le associazioni di categoria ed il Ministero del Lavoro sul CCNL lavoro domestico, un aggiornamento che viene fatto ogni anno per adeguare lo stipendio minimo alle variazioni Istat del costo della vita.

Che cosa prevede il contratto Colf?

La prima voce da tenere sotto controllo è quella relativa allo stipendio: è infatti stabilito che il datore di lavoro debba retribuire, con regolare busta paga, la sua dipendente colf, e che lo faccia seguendo la tabella che fissa l’importo dello stipendio minimo.

Le novità relative alla retribuzione, secondo il nuovo accordo, non sono ingenti, mentre è stata introdotta la necessità di una patente di qualità: si tratta di una certificazione che permetterà al datore di lavoro di certificare le competenze e la professionalità della badante, anche per poter contrastare il lavoro irregolare.

Il contratto delle colf si divide in due parti, e varia – soprattutto a livello di retribuzione – se il rapporto di lavoro prevede che il dipendente sia convivente o non convivente.

Anche all’interno delle due categorie, il livello di retribuzione varia in base all’esperienza lavorativa e alle mansioni del prestatore di lavoro.

All’interno della categoria che prevede una colf convivente, queste sono le fasce e il reddito corrisposto:

  • A. Collaboratore familiare con meno di 12 mesi di esperienza professionale, non addetto all’assistenza di persone. Al compimento dei 12 mesi di anzianità sarà inquadrato nel liv.B con qualifica di collaboratore generico polifunzionale. La retribuzione lorda minima è di 636,71€.
  • AS. Addetto alla compagnia, ma senza effettuare nessun tipo di prestazione lavorativa. Rientra in questo livello anche la babysitter, e la retribuzione lorda minima è di 752,48€.
  • B. Collaboratore generico polifunzionale (comprende anche custodi di case private, camerieri, giardinieri, autisti). La retribuzione lorda minima è di 810,36€.
  • BS. Assistente a persone autosufficienti. La retribuzione lorda minima è di 868,24€.
  • C. Dedicato alla figura di cuoca, prevede una retribuzione lorda minima 925,40€.
  • CS. Assistente a persone non autosufficienti. La retribuzione lorda minima è di 984,01€.
  • D. Collaboratori familiari con posizioni di responsabilità ed autonomia. La retribuzione lorda minima è di 1.157,65€ con indennità aggiuntiva 171,18€.
  • DS. Assistente a persone non autosufficienti e Direttore di casa. 1.215,53€ con indennità aggiuntiva 171,18€.

Per le colf che, invece, non vivono nella casa in cui svolgono il loro incarico, è prevista una retribuzione oraria minima, che va da 4,62€ lordi all’ora per il livello A, fino agli 8,22€ lordi all’ora per il livello DS.

Se si sottoscrive un contratto regolare, alle colf deve essere corrisposta la tredicesima mensilità, che sarà pari a una mensilità da corrispondere entro il 25 dicembre.

Ricordiamo che, una volta sottoscritto il contratto con la colf, deve essere necessariamente comunicato all’INPS entro 24 ore del giorno precedente l’inizio del rapporto di lavoro, così  come andranno comunicate tutte le variazioni di contratto o l’interruzione del rapporto lavorativo, o qualsiasi altro elemento che possa condizionare il calcolo dei contributi.

Orari e ferie

Anche dal punto di vista degli orari di lavoro e delle ferie il contratto prevede delle regole ben precise da rispettare: le colf e i lavoratori domestici hanno diritto a un riposo giornaliero di 11 ore consecutive, e a un riposo settimanale di un’intera giornata lavorativa di 24 ore che è irrevocabile.

Infatti il contratto prevede che l’orario di lavoro massimo per i lavoratori domestici sia:

  • 10 ore giornaliere per i conviventi (che non devono essere consecutive) per un totale di 54 ore settimanali;
  • 8 ore giornaliere per i non conviventi, e per un totale di 40 ore settimanali, distribuite su 5 o 6 giorni.

Alle lavoratrici domestiche spettano 26 giorni lavorativi di ferie, indipendentemente dalla durata dell’orario di lavoro, che possono essere frazionate in due periodi, in base alle esigenze del lavoratore, e da fissare tra giugno e settembre.