Collaboratore familiare a titolo gratuito: cosa prevede la legge?

Gli imprenditori che presentano determinati requisiti hanno la possibilità di avvalersi a titolo gratuito dell’aiuto di un familiare entro il terzo grado: bisogna però fare delle precisazioni, perché la collaborazione può essere a titolo gratuito solo a determinate condizioni; facciamo il punto della situazione e vediamo cosa prevede la legge in merito alla figura del collaboratore familiare a titolo gratuito.

Quali imprese possono beneficiare dell’aiuto gratuito dei familiari

Innanzi tutto bisogna precisare che non tutte le attività hanno la possibilità di avvalersi dell’aiuto del collaboratore familiare a titolo gratuito; questa opzione è infatti riservata alle:

  • imprese artigiane;
  • imprese commerciali;
  • imprese agricole.

È altrettanto importante capire chi sono i familiari che possono fornire il loro contributo; come abbiamo detto in apertura possono farlo i familiari entro il terzo grado, ovvero (stando a quanto stabilito dall’articolo 230 del Codice Civile) il coniuge, i figli, i genitori, i nonni, i fratelli, le sorelle, i nipoti, gli zii, i suoceri, i nonni del coniuge, i cognati, gli zii del coniuge ed i nipoti del coniuge.

Quando è possibile avvalersi di un collaboratore familiare a titolo gratuito

L’imprenditore titolare di una ditta individuale, a prescindere dal fatto che sia artigiano, commerciale o agricolo, può contare sulla collaborazione a titolo gratuito di un familiare solo se la collaborazione è di tipo occasionale. Visto che non è facile inquadrare il significato di occasionalità, il Ministero del Lavoro con una sua circolare ha spiegato che la collaborazione può essere considerata occasionale quando il collaboratore familiare è titolare di:

  • un contratto di lavoro full time presso un altro datore di lavoro (avendo un contratto full time presso un’altra azienda si presume che il familiare non abbia la possibilità di dedicarsi in modo continuativo all’impresa del parente);
  • una pensione (in questo caso si presume che il familiare preferisca dedicare il suo tempo alla famiglia ed agli altri interessi, dedicando all’impresa del parente sono in via occasionale);
  • un contratto part time presso un altro datore di lavoro o non ha altro lavoro (in questi casi la collaborazione non può essere automaticamente presunta occasionale, ma è ritenuta tale solo se non supera i 90 giorni o le 720 ore all’anno).

Posizione INPS e INAIL del collaboratore familiare

Il collaboratore familiare a titolo gratuito, proprio perché il suo apporto all’impresa viene considerato occasionale, non è obbligato all’iscrizione INPS, quindi il titolare dell’impresa non è tenuto al versamento dei contributi. Non si può dire la stessa cosa invece sul versante INAIL: ance se la sua collaborazione è occasionale e a titolo gratuito, il familiare ha diritto alla copertura assicurativa INAIL nel caso in cui presti la sua opera per un periodo superiore ai dieci giorni all’anno.